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martedì 25 dicembre 2007

I GIOVANI


I giovani non si sentono “radicati” alla propria comunità, non mettono radici, né è la prova la scarsa conoscenza delle realtà territoriali che essi dimostrano, si sentono più “ancorati” che radicati e quindi in grado di lasciare in qualsiasi momento il proprio contesto.

Le politiche che promuovono il benessere giovanile continuano ad essere marginali e residuali, pochi sono gli spazi adeguati dove possano esprimere al meglio le loro potenzialità, idee, emozioni, critiche e proposte.
La nostra non sembra infatti una stagione particolarmente contrassegnata da grandi spinte alla partecipazione giovanile.
La partecipazione giovanile è però oltre che necessaria, possibile, creando alcune condizioni favorevoli per poterla realizzare, come la costituzione o reperimento di strutture volte a favorire le relazioni di contatto e gli incontri tra gruppi di giovani, istituendo delle consulte, con la loro attiva partecipazione, con potere propositivo, che riguardino i temi: della famiglia, della scuola, dell’università, dell’associazionismo, dell’introduzione nel mondo del lavoro.Dal canto loro i giovani occorre che abbiano forza progettuale, occorre che abbiano il coraggio di osare e di uscire dal proprio “orticello”, affinchè siano protagonisti del loro futuro e per questo protagonisti e artefici del futuro della nostra nazione, della nostra regione, della comunità nella quale viviamo.
Vulcano